Opzioni

Il mondo e le opzioni visti da me
L’unica opzione che ci rimane sempre a disposizione è ridere, scherzare, fare delle battute sugli eventi che ci circondano. Ma non su quelli che in modo naturale provocano quell’azione fisica del nostro corpo che consiste nel curvare le labbra, stringere gli occhi in modo buffo, avere tutta la faccia piena di rughe (per non parlare dei movimenti delle mani ed i suoni emessi durante una irritazione del genere). Non cari miei! Occorre applicare questa precauzione proprio nelle occasioni opposte, cioè quelli che sempre ci farebbero deformare la faccia, ed eventualmente anche inumidirla. Là bisogna essere filosofi e scoprire, quando tutto ci sembra perso e inutile, il lato umoristico della vicenda; nostra individuale. Perché il mondo di noi se ne frega, al 169%.

Quando li senti parlare, prima ti rimpicciolisci nel tuo io, ti ritiri dentro, perché sembrano molto intelligenti, istruiti, in due parole lasciano l’impressione (scusa, ma l’articolo non è una parola, pertanto sono 2, non 3: vai a prendere in giro qualcun altro). Dopo prendi il telecomando ed abbassi un po’ il volume, perché anche se quello del televisore è fisicamente fisso, loro comunque aumentano il livello, e tu inizi di avere mal di orecchie. Alla fine, parlano tutti, insieme, non accorgendosi che ci sono altri presenti nello studio. E tu durante quel processo di condizionamento (ognuno dice che è il migliore ed unico) stai soffrendo, ti senti nessuno. Iniziano a scenderti le lacrime, all’inizio pianamente e dopo si trasformano nelle cascate. Manca poco per passare la soglia di una crisi, un vero esaurimento neurotico.

Al momento quando raggiungi la soglia di sopportazione, oltre la quale non riesci a subirne di più, la trasmissione finisce. Con i movimenti lenti prendi quel aggeggio e premi il bottone rosso. L’immagine scompare. Non c’è nemmeno più il rumore. Guarda un po’, anche la nebbia nella tua mente inizia a diradarsi. Lo stato depressivo inizia ad alleggerirsi. All’improvviso ti viene l’illuminazione: ma quelli sono dei testimoni (la parola latina dalla quale trae l’origine quella spesso usata per le due palle maschili).

In conclusione, capisci che tra le opzioni binarie (due scelte sole, semplificando: o sì, oppure no), c’è un fondamentale: accendere l’apparecchio o essere felici. Quindi decidi di alzarti dal tuo divano che spesso diventa scomodo e di spostarti sulla sedia di fronte al monitor del tuo elaboratore elettronico. Apri il tuo sfogliatore preferito e vai a leggere delle barzellette che ti faranno tornare gli angoli delle labbra verso alto: tradotto, ti torna il sorriso sul viso (meglio che una lacrima sul riso, che proviene dal tuo muso grugnito).

E qui capisci che niente non ha senso e che il vero senso è proprio questo fatto. Perché tutti cercano un significato, da migliaia d’anni e a nessuno è sembrato strano che se fino ad oggi non sono riusciti a scoprire il segreto e perché forse non c’è. La vita non ha un senso, semplicemente si vive, rispettando le opzioni offerte e tenendo il televisore rigorosamente spento nella prima serata.

Avevo scritto questo testo nel 2014, ma il posto che lo ospitava è stato chiuso e così la mia creazione è stata persa. Sfogliando i vari file che si trovano sul disco fisso del mio computer, lo avevo scoperto e leggendolo mi sembra ancora più attuale oggi, con il governo giallo-verde. Pertanto, ho deciso di riproporlo, per aver un oggetto di una certa qualità e per risparmiarmi il tempo scrivendo uno nuovo. Spero che anche voi condividete la mia scelta. Vista la data di oggi, colgo quest’occasione per farvi i miei migliori augurio per l’Anno nuovo: che la razionalità sia con voi!